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Counseling dell’abitare
Come vivere lo spazio edilizio tra scelta Bioecologica e consapevolezza sostenibile
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Il Counseling dell’abitare affronta il rapporto tra il tra il nostro benessere psico-fisico e l’organizzazione del nostro ambiente abitativo. In una continuità interno-esterno, sono vari i principi e gli accorgimenti che possono rendere i nostri ambienti quotidiani più idonei a favorire la qualità della nostra vita.

Non è infatti tanto la modernità, la grandezza o l’estetica della nostra casa necessariamente ad incidere sulla nostra salute, quanto la corrispondenza tra le nostre esigenze più profonde e il Nostro ambiente quotidiano.
I colori della nostra casa, la quantità e l’effettiva utilità di oggetti di cui ci circondiamo, la disposizione dell’arredamento, l’usabilità e la raggiungibilità di alcuni elementi, se articolati secondo un equilibrio che risponde alle nostre esigenze e personalità, possono produrre una risposta positiva ai continui adattamenti di cui siamo continuamente i protagonisti.

Vi è mai capitato di “percepire” sensazioni positive o negative la prima volta che entrate in una casa, già abitata in precedenza, da qualcuno? Si sentono gli odori, si capta l’energia, si vede la bellezza ed il buon gusto, la pulizia e molte altre cose non solo dell’abitazione, ma anche della persona che ci ha vissuto all’interno. Da questi ed altri aspetti ci si fa un’idea del carattere della persona che ci abita.

La casa, in effetti, rappresenta un po’ la nostra anima e, come tale, l’arrediamo e la viviamo in base
al nostro gusto personale. Alcuni studiosi parlano di dinamismo energetico, di Feng Shui, di ambiente terapeutico e quant’altro.

Senza inoltrarci in aspetti tecnici, anche se, molto interessanti, è bene analizzare pienamente le
proprie esigenze, riconoscendo le necessità ed i desideri, in modo da poter descrivere all’esperto di
Counseling dell’abitare, l’ambiente ideale dove si vorrebbe abitare.

Il nostro approccio è quello di valutare attentamente le esigenze del cliente e cosa desidera, sia per quanto riguarda la ricerca di un immobile in affitto, sia in acquisto, prestando particolare attenzione alle sue aspettative ed alla sua personalità, consigliandolo, oltre che sulla tipologia di immobile, anche sulla scelta del colore e dell’arredo, in modo da offrire soluzioni pratiche e complete per poter realizzare appieno il suo desiderio.

Non basta, è necessario formare e diffondere una nuova coscienza ecologica della casa e della città.

Nel corso dei miei studi ed esperienze lavorative ho avuto modo di sviluppare il concetto di bioarchitettura come architettura rivolta al rispetto della vita, indagando sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente in cui vive.

Nella tradizione occidentale uomo e natura sono intesi in senso dialettico, di scontro; ora questa concezione è inadeguata, non più adatta alla situazione. Il pensiero ecologico dovrebbe tendere gradualmente a sostituire il senso di appartenenza al senso di proprietà nei confronti della natura e dell’ambiente” da qui il concetto di Architettura come “delicata alchimia, sapiente dosaggio di interventi sull’ambiente preesistente finalizzati a non creare scompensi, ad integrarsi, oppure a vivacizzare, qualificare e servire l’ambiente” e il nuovo ruolo dell’architetto come “figura professionale delegata alla trasformazione del mondo fisico che faccia riemergere l’importanza, fondamentale per l’uomo, di una corretta costruzione del suo ambiente. Una figura di coordinatore o di esperto nei problemi dell’edificare e dell’ambiente.

Più in generale trasformatori dell’ambiente lo siamo tutti, lo è anche chi si autocostruisce la propria villetta o chi apporta modifiche all’arredo della propria casa. Si potrebbe dire che abitare è la proprietà essenziale dell’esistere, ma dire abitare significa anche trasformare ed essere trasformati. L’essere al mondo, a parere di alcuni teorici, consiste proprio in un processo di interazione con l’ambiente che quindi si traduce nella sua trasformazione e nella propria trasformazione: allora possiamo dire, in termini più attuali e drammatici che chi distrugge viene distrutto e chi inquina, viene inquinato. (da “ l’Uomo L’Ambiente La Casa” di Maurizio Spada)
Da qui la necessità per l’architetto di verificare che la sua creatività non risulti alla fine distruttiva, allora si deve appoggiare agli specialisti delle scienze umane e delle scienze naturali perchè gli diano tutte le garanzie che quanto egli progetta sia accettabile all’ecosistema naturale e all’ambiente storico.

La Casa ‘Contenitore’

Quotidiani, riviste ed internet parlano di cocooning (da to cocoon = avvolgersi nel bozzolo), di nesting (da to nest = nidificare), di tam-tandem (la voglia di ospitare) come tendenze dell’abitare e propongono suggerimenti estrapolati da discipline orientali come il Feng-Shui e il Vastu o, addirittura, da pratiche sciamaniche come lo Space Clearing. Tutto questo rivela un grande interesse per ‘lo spazio edilizio’ che si spinge ben oltre il desiderio di avere un ambiente ben arredato e piacevole. Credo che tutto ciò nasca da un bisogno più profondo, spesso non consapevole o mascherato.

La maggior parte delle persone si trova a dover scegliere la casa in cui vivere tra ciò che offre il mercato dell’edilizia e cioè appartamenti in quartieri con palazzine tutte uguali o simili, oppure, nella migliore delle ipotesi, villette a schiera identiche nell’ambito dello stesso lotto.

Queste abitazioni anonime, spesso dissonanti con l’ambiente in cui sono inserite, diventano solo dei contenitori ed ecco, allora, che la casa si riempie di oggetti in cui ci si possa riconoscere: mobili conformati allo stile del momento, impianti tecnologici e digitali all’avanguardia, gadgets.

Altro fenomeno tipico di molti che vivono nelle grandi città è fuggire dalle proprie abitazioni nei fine settimana, o ad ogni possibilità di fare vacanza, rifugiandosi in agriturist sperando così di riacquistare la carica necessaria per andare avanti.

Abbiamo dunque bisogno di riconoscerci e di ritrovarci negli spazi che viviamo e abbiamo la necessità di ritemprarci in luoghi piacevoli.

Questa premessa è importante per capire quanto siano fondanti, nella creazione della propria abitazione, due aspetti:

  • aumentare la propria consapevolezza relativa all’ambiente in cui viviamo
  • soddisfare il nostro bisogno profondo di identificazione e di espressione.

Noi viviamo in un ambiente e interagiamo con esso seguendo la nostra mappa sensoriale elaborata nel corso della vita sulla base di esperienze personali e di elementi culturali. Grazie ad essa esperiamo la luce, il colore,  forma, la fonicità e l’atmosfera, attributi che definiscono e qualificano lo spazio.

Ognuno di essi produce effetti specifici su di noi sia a livello fisico che psichico ed è proprio per questo che realizzare ambienti in cui vivere e lavorare non può essere ridotto ad una scelta stilistica.

Un ambiente costruito in modo inappropriato genera alienazione, problemi di salute, malessere fisico, psichico e sociale.

La Casa come ‘specchio dell’anima’

Tutti i sensi hanno il loro ruolo nella percezione della qualità dell’ambiente, ed è importante considerarli e soddisfarli in modo integrato e non separato: la luce richiama il colore e il calore, la forma riconduce alla fonicità, all’atmosfera ed ancora alla luce, in un tutto armonico. Per avere ambienti che ci ritemprano, occorre ampliare la nostra mappa attraverso un processo di scoperta o di riappropriazione di sensazioni conosciute agli inizi della nostra storia e rimaste assopite per molto tempo, ma non dimenticate.

Accanto alla consapevolezza dell’ambiente occorre considerare un aspetto più profondo: essa costituisce per l’uomo l’espressione del Sé. La casa è uno spazio simbolico che cresce con noi, che rappresenta il nostro mondo interiore e diventa “lo specchio dell’anima”.

Per questo motivo, il cambiamento che si verifica nel Sé spesso si traduce nell’esigenza di trasformare la propria abitazione, come altrettanto frequentemente l’esigenza di modificare l’ambiente esprime il bisogno di cambiare se stessi.

Quante persone a seguito di una crisi decide di ridipingere la propria casa, cambiare i mobili o spostarli? Quante volte una situazione in cambiamento non ancora emersa ci porta a cambiare qualcosa all’esterno di noi dal look
all’arredamento?

E’ fondamentale arrivare a sentire ciò di cui abbiamo bisogno, depurandoci da idee e schemi preconfezionati dalle mode e indotti da paure, recuperando il contatto con le sensazioni corporee e le emozioni.

Costruirsi casa è un processo creativo di espressione di sé, una nascita continua che porta all’integrazione ed è in questo percorso che il counseling trova applicazione.

Quando l’uomo e la donna abitano un luogo, sia in un contesto privato che pubblico, evidenti sono le implicazioni relazionali. Pensiamo alle dinamiche familiari e di coppia che hanno come fulcro l’abitazione, o a quelle che nascono in spazi condivisi con altri come l’ufficio, il negozio, le comunità, le aule scolastiche, il centro diurno… solo per citarne alcuni.

In questi contesti, colloqui e gruppi di counseling utilizzando strumenti espressivi, diventano funzionali alla creazione di un ambiente “buono e nutriente” per ognuno.

Non possiamo prescindere dallo spazio che abbiamo intorno: il counseling può aiutarci ad essere in contatto con l’ambiente per ottenerne nutrimento ed arrivare a viverlo pienamente, anziché limitarsi
ad occuparlo.

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